La vita di un neonato è sostanzialmente monotona.
Si sveglia, colazione, gioca, cacca, pranzo, ninna, gioca, cacca, bagnetto, cena, ninne e si ricomincia (il numero della cacca può variare, il resto più o meno è così).
Per dargli una routine c’è bisogno però di inserire dei rituali, qualcosa che sia facilmente riconoscibile dal bambino e che gli/le faccia capire a che punto della giornata ci troviamo.
Io ne ho tre che adoro, quello delle ninne, quello della pappa e quello del risveglio.
Da quando abbiamo introdotto il rituale, Selina è diventata svizzera.
Alla stessa ora (verso le 20.30), inizia a sbadigliare e vuole andare a dormire.
Che da una parte è un bene perchè regolarizza il sonno e i ritmi, dall’altra ovunque stai sai che a quell’ora inizierà a piangere per il sonno.
Allora abbassiamo le luci in soggiorno.
Andiamo in camera.
Mettiamo la musica.
E stiamo tutti e tre sul lettone.
È il nostro momento, quello che aspetti per tutto il giorno, più che un rituale per farla addormentare è un rituale per ritrovarci insieme.
Quando non riusciamo a farlo o io o la mia signora per motivi di lavoro si sente qualcosa che manca, un pezzo della giornata che non è andata come doveva.
Mettiamo l’olio per i bimbi sulle gambe, facciamo un massaggino alla schiena, cambiamo il pannolino e mettiamo il pigiama.
Sembrano cose banali.
Ma sono LE nostre cose banali.
E quando finalmente si addormenta con il ciuccio in bocca, la guardiamo ancora un po’, con quel musetto da mordere e quella pace che solo alla sua età si può avere.
La mettiamo sul lettino ed è come se finisse completamente la giornata.
Verso le 12.30 e verso le 18.30 Selina fa la pappa.
Fortunatamente la stiamo abituando a mangiare di tutto.
Mangia cose che io ho scoperto tipo a 30 anni, la farina di tapioca, i biscotti di farro, le lenticchie rosse….
E mangia tutto di gusto.
Capiamo che è ora non tanto dall’orologio quanto dal lamento della piccola.
Svizzera!
Seggiolone, bavaglino, tovagliolo, acqua e pappa.
Il problema è che si annoia facilmente di tutto, anche di mangiare, quindi i primi bocconi vanno alla grande, poi ha bisogno dell’intrattenimento.
Quindi inizia lo show del babbo che prova di tutto: dalla padella in testa, al tenere in equilibrio i giocattoli sul naso, al fare una soap opera con i peluches.
Fino ad ora sono uscite delle storie meravigliose, un giorno le raccoglierò e ne farò una serie tv.
Verso le 6.30 Selina inizia a lamentarsi o come diciamo noi tecnicamente: gnagna.
Fa quel verso di “gna…gna..” tipico del pre pianto.
Generalmente la mia signora è già in piedi, quindi io sono solo nel letto e sgattaiolo nell’ombra andando a prendere il tesoro nascosto.
Mi affaccio oltre il lettino e vedo che mi sorride da dietro il ciuccio.
Ormai lo sa cosa sta per succedere.
La prendo e la metto nel lettone con me, e lei si spalma come il Philadelphia sul pane, rotolandosi nel lettone e praticamente buttandomi fuori dal materasso.
Ci riaddormentiamo così per almeno un paio di ore, finchè la fame non ci sveglia e andiamo a fare colazione.
Certo, molti di voi mi potranno dire: ma così prende il vizio. Poi te la ritrovi sempre nel letto con te.
È vero.
C’è questo rischio.
Ed è ne momento in cui penso a questo rischio che mi immagino vecchio nel letto e lei che si butta a 4 di spade accanto a me e ancora vuole giocare con me.
Ci sarà tempo per i vizi, ma questo mi sembra semplicemente un meraviglioso regalo.
Il tempo passa troppo in fretta per perdersi in regole e paure, passerà anche il tempo dei ritualini, ne arriveranno di nuovi, ma per adesso mi godo il respiro di mia figlia buttata sopra di me, mentre mi comprime il fegato.