C’è sempre un momento della giornata in cui bisogna comprare qualcosa.
Fare la spesa.
Prendere da bere.
Comprare i pannolini.
Qualunque cosa.
E quando succede, i papà si alzano in piedi e dicono con orgoglio: “vado io”.
Soprattutto se devono prendere la macchina per spostarsi.
Perchè?
Le donne se lo chiedono costantemente e gli uomini non hanno una risposta univoca da dare.
Ma non vi preoccupate donne, non ci sono amanti nell’aria, non vanno a fare telefonate erotiche nè si immischiamo in qualcosa di illegale.
È tutto molto più semplice.
Da una parte ovviamente c’è la voglia di lasciarvi del tempo libero, di non affaticarvi e di fare il maschio di casa.
Dall’altra c’è (finalmente) la possibilità di prendere la macchina da soli e di fare tutto quello che normalmente non si può fare quando si viaggia tutti insieme.
1 – CONDIZIONATORE
Appena in macchina, il papà accende l’aria condizionata (soprattutto d’estate) e la metteal massimo, solo sopra, indirizzandola direttamente sul suo viso. Cosa che è praticamente impossibile in un viaggio con un bambino piccolo: “oddio si ammala, togli l’aria fredda…” e mentre tu sei dentro una sauna svedese, grondando sudore come un orso bruno, lei ti guarda e dice: “dai, oggi non fa neanche così caldo”.
Per questo un secondo dopo aver chiuso la portiera, l’aria invade l’abitacolo e la differenza di temperatura tra dentro e fuori è pari a la differenza tra un freezer e un geyser attivo.
2 – MUSICA
Dopo aver acceso l’aria, la seconda cosa è mettere la musica ad un volume talmente alto che l’arbre magique si frantuma a terra senza nemmeno sprigionare profumo.
Da fuori si percepiscono alcune parole ovattate, da dentro si sente suonare a tutto volume musica anni ’90 e si vede un uomo ballare da solo come Mauro Repetto degli 883.
Va bene qualunque musica, meglio se qualcosa di movimentato o qualcosa che non ascoltereste mai con le altre persone.
3 – CAVALLI
E finalmente il papà dà un senso al 1600 cv che ha comprato per far entrare passeggino, pannolini, seggiolone e valigie ma che non ha mai portato oltre i 50 km/h.
E sgasando parte lasciando a terra una scia di fumo e pneumatici che fa tremare il palazzo accanto.
Fa le curve scalando di marcia, accelera come se dovesse fare la doppietta con la frizione e ad ogni semaforo fa sentire il motore a quelli davanti.
Ma il tempo di andare e tornare è breve e non resta che salire le scale con le commissioni fatte e nelle orecchie ancora l’eco di “sei un mito”.
Mentre la testa ancora dondola a ritmo da una parte e l’escursione termica ha fatto uscire macchie di sudore su tutto il corpo, il papà entra a casa felice per il sorriso del suo piccolo/a.
E la mamma dice: “ma hai dimenticato di prendere il latte biologico”.
E il sorriso fa strada agli angoli della bocca mentre sussurra: “Accidenti, hai ragione. Vado io.”