Stiamo cercando di togliere il pannolino a Selina.
Abbiamo deciso di sfruttare l’estate, visto che in questo periodo indossa vestitini leggeri e facilmente sfilabili.
Per ora, quando siamo a casa, riesce a stare senza fino a che non dice: “Papà, pipì”.
E io ingenuo le dico: “Vuoi farla nel vasino?”
“Nooooo….. pallolino”
Che sarebbe pannolino, ma ogni tanto qui ci si confonde con le lettere.
Quindi mentre lei si contorce e dice pallolino, pallolino, io corro a prenderlo e ad apporlo prima del danno.
Appena messo la vedo fermarsi.
Sguardo fisso.
Mano poggiata sul divano.
In piedi.
Poi, come da un momento di trance si riprende, mi guarda, mi sorride e se ne va.
Lasciando dietro se una scia inconfondibile.
Si, lo so che aveva detto pipì, ma qui ci si confonde anche con alcune parole.
Ieri abbiamo fatto una prova in esterna, siamo andati al supermercato con la mia signora e la piccola priva del suo supporto contenitivo.
Giriamo per gli scaffali, guardiamo dei giocattoli, scegliamo una macchinina, guardiamo uno scaffale.
Poi il gioco le cade dalle mani.
Come in una scena al rallentatore, vedo rimbalzare la macchinina a terra.
Una volta.
Lei mi cerca.
Due volte.
Lei mi guarda.
Tre volte.
Lei mi dice: “Papà. Pipì.”
Terrorizzato, cerco l’appoggio della mia signora.
Lei resta senza parole.
Bocca aperta.
Vedo muovere le labbra, ma non esce suono.
Poi tutto torna alla velocità normale e sento solo:
“Corri!!”
Prendo Selina sotto il braccio e come nella finale del SuperBowl mi faccio strada tra i commessi e i clienti.
Colpisco una signora che stava prendendo il latte.
Atterro un ragazzino con in mano una pistola giocattolo.
Schivo un commesso che non sa da che parte andare per farmi passare.
Intanto Selina ride e dice: “Papà, pipì”
“Amore, trattieniti, resisti”.
Non credevo esistesse un supermercato così grande.
Il corridoio infinito, e in fondo la tenue luce del giorno oltre la porta scorrevole.
Arrivo alla cassa, supero la fila e tento di uscire.
Suona l’allarme.
Selina ha ancora in mano la macchinina di prima.
Tento di strappargliela ma come un geco stringe le dita sul giocattolo e non lo molla, iniziando a piangere per protesta.
La cassiera mi guarda sconcertata, come se stessi rubando la Gioconda.
Poi con gli occhi da gatto con gli stivali le dico: “E’ senza pannolino”
Lei si scoglie e accenna un sorriso, indicando la via con la mano tipo Mosè.
Le persone intorno si aprono e tutti mi guardano come se fossi a metà tra un santo e un super eroe.
Arriviamo alla macchina, parcheggiata ovviamente in fondo a tutto.
Con il fiatone, sudato, appiccicoso.
Cerco le chiavi, apro la macchina, Selina stai ferma, non fare la pipì, certo papà, dove caxxo sta il pannolino, aspetta Selina, perchè tua madre mette le cose a caso?, subito amore, eccolo trovato!
Riesco a mettere il pannolino e finalmente la vedo col suo sguardo fisso, immobile, alla ricerca della pace.
Dura poco, mi guarda, sorride e dice:
“Ecco fatto”
E si avvia di nuovo verso il supermercato.
Sarà una lunga estate.