SIAMO TUTTI ORSO
C’è questo cartone, Masha e Orso che sta spopolando tra i più piccoli.
È diventato una icona soprattutto per il merchandising che ci si è creato intorno.
È normale, come per tutti i cartoni.
Ma credo che oltre alla favoletta, questa volta ci sia qualcosa di più.
Andiamo ad analizzarlo.
In realtà questa non è la storia di Masha, bensì la storia di un orso single, non più giovane bamboccione che si è ritirato dal mondo dello spettacolo (faceva il giocoliere in un circo) e ora vive la sua solitudine in mezzo al bosco.
Non vuole responsabilità.
Non vuole crescere.
Non vuole limiti.
Quando incontra Masha all’inizio non la vuole. La caccia via e tenta di portarla il più lontano possibile da se.
Masha rappresenta le sue responsabilità, la sua crescita e lui giustamente se ne vuole allontanare.
Ma ad un tratto, quando cala la notte e fuori è buio (come canta tiziano ferro) i sensi di colpa si fanno sentire e allora orso esce a recuperare Masha, a riprendere se stesso.
Da qui ogni puntata è una sfumatura di orso che impara ad essere padre e madre allo stesso tempo.
Non fa come gli altri cartoni animati: orso si incazza con Masha, la sgrida, urla, la mette in punizione (salvo poi sciogliersi e perdonarla per giocare di nuovo insieme).
Orso preferisce vedere la partita di calcio invece di giocare con lei.
Preferisce fingersi malato piuttosto che starle dietro.
Lui le insegna a cucinare, a cucire i vestiti e a suonare il piano, ma lei non vuole saperne.
Fino a che un giorno non trovano un uovo misterioso nel bosco.
Ed è li che Orso capisce.
Capisce di non essere più quell orso che era un tempo, e da ascolto a Masha (cioè alle sue responsabilità) mettendosi a covare questo uovo.
Quando si schiude, ne esce un Pinguino, ed è proprio Masha a sottolineare la cosa dicendo: “ah, allora è così che si diventa papà”.
Orso cura il Pinguino, lo sfama e lo coccola finché non capisce che deve aiutarlo a tornare a casa sua.
Gli costruisce un aereo e lo rimanda al Polo Sud.
È cresciuto orso.
Sta capendo cosa significhi essere un padre, per di più single.
Ogni tanto ci prova con una Orsa che gira li intorno, ma è troppo timido ed impacciato, e toccherà a Masha (la sua guida) cercare di farli avvicinare.
Poco prima della catarsi finale, il Pinguino-figlio-adottivo torna.
È cresciuto.
E quello che andava bene un tempo, ora è diventato noioso.
Vuol giocare con Masha, il Pinguino.
Non vuole ascoltare le regole di papà orso.
Non vuole farsi la foto ricordo.
Masha lo capisce e nel suo modo di giocare, attacca il Pinguino che cerca di nuovo protezione in orso.
Che capisce finalmente cosa voglia dire esser padre.
Da questo momento orso è completo.
E Masha può crescere liberamente.
Può andare a trovare la sua cuginetta in città.
Orso cerca di trattenerla ma ormai sa che il suo percorso è finito.
Masha gli ha dato tutti gli strumenti per diventare grande.
Forse è proprio questo che fa un figlio.
Prima si diceva che quando si era grandi, si faceva un figlio.
Ora si fa un figlio per diventare grandi.
Non so quale sia la verità.
So solo che Selina mi sta insegnando tutto.
E che ogni volta che vedo l’ultima puntata di Masha e Orso, piango regolarmente.
a me fa piangere quella in cui Masha diventa matura e non combina più disastri… 😦
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si, l’ultima 🙂
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È la stessa puntata 😀
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son sveglia, eh? 😀
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.. e l’ho detto alla mia piccola, che era una puntata “triste”, al che lei mi ha risposto: “ma non preoccuparti, mamma, io non vado via!” :”)
(subito beccàta)
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