San Valentino è la festa degli innamorati, non di chi è fidanzato.
Quindi quest anno ho due donne a cui fare gli auguri.
Mi alzo presto, preparo la colazione e metto da una parte caffè e una rosa, dall’altra biberon con il latte e una margherita.
Seduto nella penombra dell’alba che sale, mi metto a pensare a quando qualcuno ti preparerà la colazione e ti fare dei regali. Una sorpresa e una cena fuori. Una rosa e la portiera aperta della macchina.
C’è una cosa che mi ha fatto sentire grande, quando ero ancora piccolo: la prima volta che ho pagato io il pranzo a mia madre. Eravamo insieme, non ricordo perchè solo noi due, e stavamo mangiando fuori. Mi sono alzato facendo finta di andare in bagno, sono andato in cassa e ho pagato per tutti e due. Soldi presi da un lavoro estivo che avevo fatto. Miei, sudati, meritati. E li ho usati nel modo migliore.
E mi viene da pensare a quando pranzeremo insieme e tu dirai: no, papà, pago io.
E non so se riuscirò a resistere, primo perchè non ti farò mai pagare nulla (perchè sei la mia principessa) e secondo perchè sarai veramente diventata grande e ti vedrò per quella che sei: una donna.
Sento che ti giri nel letto, il tempo dei pensieri è quasi finito.
Ma non il tempo delle coccole.
Mi alzo, prendo un biscotto e lo schiaccio per bene fino a farlo diventare polvere, e te lo metto nel biberon.
Oggi ti vizio, facciamo due biscotti.
Non torneranno più questi momenti, ce ne saranno mille altri, ma ora mi godo il tuo sorriso quando apri la porta e dici: papà.
E io mi sento a San Valentino tutti i giorni.
Auguri.